Azienda Agricola MARTILDE

Vigneti

grappolo uva

e vitigni

i terreni della martilde sono distribuiti ai lati della strada provinciale che sale verso Rovescala. L’appezzamento più pregiato, dal quale ricaviamo i nostri vini migliori, è quello di zuccarello, situato su una collinetta che prende il sole tutto il giorno. l’esposizione varia da nord est, est, nord ovest, ovest.

I vigneti sono tutti iscritti alla doc, e al momento presentano una situazione mista, con alcuni di età media e altri molto vecchi.

abbiamo sempre cercato di conservare parte di quelli più antichi, perchè le vecchie viti sono veri e propri miracoli della natura.

gli impianti più recenti, di circa quindici anni di età, hanno una densità di circa 5000 ceppi per ettaro.

le strutture di sostegno sono a pali di legno, una soluzione più penalizzante in termini di manutenzione, ma gradevole dal punto di vista estetico.

la forma di allevamento è un guyot semplice, con un solo tralcio di 10/12 gemme.

il terreno ha una composizione prevalentemente calcareo argillosa, con leggere variazioni da zona a zona. Queste caratteristiche lo rendono molto adatto alla produzione di rossi strutturati e bianchi aromatici.

con l’obiettivo di ottenere un terreno più saldo e completo in grado di favorire (unitamente al metodo di potatura) un contenimento di produzione della vite abbiamo adottato l’inerbimento totale sin dal 1993. Questo è l’anno in cui uscirono le prime normative ue indirizzate a un migliore livello qualitativo e a un minore impatto ambientale.

il cotico erboso che si forma viene periodicamente sfalciato e lasciato sul posto.

le concimazioni, con prodotti organici, sono ritagliate sulle caratteristiche del singolo vigneto e limitate a quanto necessario a ristabilire l’equilibrio di elementi nutritivi.

i trattamenti delle malattie sono parimenti ridotti, seguendo le normative per la viticoltura biologica.

I nostri vigneti sono tutti certificati da bioagricert.

Vitigni

come da vocazione della nostra zona, tra i vitigni predominano quelli per i vini rossi.

particolare amore e attenzione viene riservata alla croatina, uva dalla quale si ricava la bonarda, che a Rovescala ha una lunga storia; ma una certa soddisfazione ci riserva anche il barbera, che dà un vino elegante, di moderata acidità, che ben si presta all’invecchiamento.

Il pinot nero (vinificato in rosso), è sempre stato una nostra passione, e all’iniziale appezzamento fatto di vecchie viti e cloni sconosciuti, ne abbiamo nel tempo aggiunti altri, con barbatelle francesi selezionate apposta per la produzione in rosso, un vino difficile, che pretende il massimo in vigna e in cantina, e che è intrigante proprio per questo.

purtroppo, l’andamento climatico delle ultime vendemmie è stato spesso troppo caldo e mancante della necessaria escursione termica tra giorno e notte. Così il pinot nero non viene vinificato tutti gli anni, ma solo quando la stagione lo consente.

Abbiamo due soli bianchi, entrambi malvasia. Dalle stesse uve di malvasia di candia vengono infatti prodotti due dei vini che ci danno maggiore piacere. Uno, più tradizionale, deriva da grappoli che vengono messi direttamente interi nella pressa, per l’altro le uve sono pigiadiraspate, come per un rosso, e restano a lungo a macerare sulle bucce.

non acquistiamo uve esterne, ma lavoriamo unicamente quelle prodotte da noi. Conosciamo e siamo responsabili personalmente dei nostri prodotti, dalla vigna alla bottiglia.

Stagioni e lavori

in vigna si lavora quasi sempre, tranne d’inverno se nevica, o nell’ultima fase dell’estate, quando l’unica cosa da fare è controllare, ed aspettare il momento giusto per dare inizio alla vendemmia.

dopo di questa, ha inizio una fase molto importante della vita del vigneto; la potatura.

da tradizione, si dovrebbe iniziare intorno a san martino, cioè quando le viti hanno perso le proprie foglie e sono entrate in una fase di quiescenza. queste piante sono creature fantastiche, vedendole spoglie e contorte d’inverno, non si immaginerebbe mai quell’esplosione di tralci, foglie e pampini che avviene nella stagione primaverile.

potare è un’attività di grande soddisfazione, perché ogni pianta è più o meno unica, richiedendo scelte diverse, in funzione di quello che si vuole ottenere.

seguono quindi tutti i lavori di manutenzione del vigneto, controllo e sostituzione di pali, fili, ancore di testata, e così via. Si può dare del concime organico prima dell’inverno nei vigneti giovani o in viti particolarmente magre e bisognose.

si puliscono canali per lo scolo dell’acqua, si lavora la terra nei nuovi impianti (sino al terzo anno è importante assicurare alle piccole viti una certa tranquillità, che permetta lo sviluppo di un adeguato impianto radicale), e, quando nevica, si riposa.

prima della pasqua (in realtà la luna di primavera), quando le piante potate cominciano a “piangere” (con piccole stille di linfa che gocciolano dai tralci), è importante che i capi a frutto siano stati tutti legati; infatti, nel fermarli al filo, è facile che le piccole nuove gemme vengano danneggiate.

le giovani barbatelle vanno anche fissate bene lungo il fusto, in modo che crescano ordinate e dritte. Seguiranno le concimazioni di primavera (se non già fatte in inverno) e i primi sfalci dell’erba, che verranno ripetuti più volte nel corso della stagione, a seconda della crescita e del clima.

si cerca di mantenere un tappeto fitto e corto, che non vada a disturbare il primo filo dell’impianto, sottraendo risorse eccessive o creando un microclima caldo umido in estate.

questo non va bene, in quanto incoraggia le malattie fungine. Subito dopo, bisogna legare i tralci, un’operazione ciclica, che deve seguirne lo sviluppo, man mano che questi si allungano, producendo nuove foglie e viticci.

quando i germogli cominciano ad avere una certa lunghezza (10 cm), si è raggiunta una certa temperatura (10°), ed una certa quantità di precipitazioni piovose (10 mm), è tempo di iniziare i trattamenti fitosanitari per oidio e peronospora, che seguiranno l’andamento climatico stagionale.

noi ci atteniamo alle regolamentazioni per l’agricoltura biologica, e i nostri vigneti sono tutti certificati da bioagricert.

La vite nel frattempo è passata dalle prime foglioline pelose alle infiorescenze, e poi a un abbozzo di grappoli.

gli acini, “a grano di pepe” all’inizio dell’estate, diventeranno poi frutti veri e propri, e si coloreranno con l’avanzare del tempo.

Quando si arriva a fine luglio, si hanno dai 15 ai 20 giorni di tempo prima di organizzare la vendemmia delle varietà più precoci. Quindi, ci si può tenere in forma pulendo e preparando attrezzatura e cantina.

Vendemmia

la vendemmia è una festa impegnativa. per un’azienda come la nostra, rappresenta il culmine del lavoro, quello al quale tutta l’attività svolta nel corso dell’anno deve condurre.

quando arriva il momento, si pensa a poco d’altro. si cammina tra i filari, piluccando acini qua e là, per valutarne la dolcezza, l’acidità, la presenza di sentori verdi.
si controlla lo stato dell’uva, piccoli segni di grandine, bruciature da sole, consistenza delle bacche e spessore della buccia, eventuali punti di debolezza.

una pioggia può giovare a delle piante “bloccate” da uno stress idrico, oppure far gonfiare eccessivamente le bacche, creare delle piccole fessurazioni, e dare origine a marciumi.

insieme a tutti questi controlli empirici e soggettivi, si fanno piccole campionature in punti diversi del vigneto per le analisi (grado zuccherino, acidità, ph), che ci permettano di identificare quando dare inizio alla vendemmia. Condizioni meteo permettendo, ovviamente.

non sempre un grado alto è il massimo che si possa ottenere dall’uva. Aspettare troppo può andare a scapito di profumi e freschezza; con i cambiamenti climatici degli ultimi anni, i mutamenti metereologici sono sempre una minaccia incombente.

quindi c’è sempre una certa concitazione, la voglia di finire tutto prima che il tempo peggiori, la soddisfazione per essere stati saggi (o fortunati) abbastanza da attendere il giusto, la contentezza per la qualità del proprio raccolto, l’impazienza e l’esasperazione per i prevedibili imprevisti che puntualmente si presentano ad ogni annata.

tutto retrocede sullo sfondo durante la vendemmia, qualsiasi altra cosa (o pressappoco) passa in secondo piano. Si è stanchi, eccitati, e con un umore molto instabile.

avvicinatevi sempre con cautela a un viticoltore in questo periodo.

Quando, come e con chi

quando abbiamo svolto tutti i controlli sensoriali e analitici, completato l’oculato esame delle previsioni meteo, terminate le attente valutazioni con il nostro tecnico, posto fine alle concitate discussioni tra di noi, riposto nell’armadio la sfera di cristallo, e preso accordo con la squadra di vendemmia, decidiamo che è arrivato il momento, e si può finalmente cominciare.

la sequenza di raccolta (con pause più o meno lunghe tra l’una e l’altra varietà) inizia con il pinot nero, continua con la malvasia, la barbera, e, per ultima, la bonarda.

tutte le uve sono raccolte a mano. Pinot nero e uve bianche vengono poste in sportine, in modo da salvaguardarle sino al momento della pigiatura, evitando che colature di mosto comincino a fermentare per conto loro. Quelle rosse vengono raccolte in un carrello e portate immediatamente in azienda dove passano subito nella pigiadiraspatrice.

utilizziamo solo uve di nostra produzione e, essendo i vigneti tutti intorno alla cantina, il tempo che trascorre dalla raccolta al momento in cui le uve vengono lavorate è molto breve.

lavori
vendemmia

avete presente le vendemmie di una volta, quelle di cui si legge, con amici o parenti più o meno lontani che partecipano, facendo una gran confusione e pensando prevalentemente alla cena e alla bevuta serale che farà seguito alla giornata di lavoro?

bene, niente di tutto questo è più possibile. Oggi anche un’azienda come la nostra, deve avere tutto il personale di vendemmia, a meno che non si tratti di familiari stretti, regolarmente assunto.

e tenete presente che, oltre all’aspetto gioioso, la vendemmia è anche molta fatica.

spesso fa caldo, la discesa della collina diventa poi una salita, ci si sporca di mosto appiccicoso, bisogna stare attenti a non tagliarsi le dita con i forbicioni, o a farsi pungere dagli insetti, e le sportine pesano parecchio.  Ma in una bella giornata di sole, raccogliendo uva sana e bella, si lavora e si scherza, ed è comunque una festa.